Date:18 / 10 / 16

CHIAMATEMI ISMAELE

«Moby Dick non ti cerca. Sei tu, tu che insensato cerchi lei!»
 

(…) Moby Dick è uno di quegli immensi capolavori letterari dalla consistenza originale e insolita, per cui ne è stato detto… ormai tutto. In effetti, sulle varie “emanazioni” – per così dire – derivanti dall’opera di Melville, sono scorsi i proverbiali fiumi di inchiostro, e a ragione: perché esse costituiscono una effervescente galassia di approcci. Per cui appunto è lecito chiedersi cosa mai d’altro ci sarebbe da dire. Tuttavia è incoraggiante una frase che Hugo Pratt fa esprimere a Corto Maltese nel rivolgersi a un tenebroso sciamano, da lui incontrato durante l’episodio africano …e di altri Romei e di altre Giuliette: «Non c’è niente di scritto, Shamael, niente che non si debba riscrivere un’altra volta». Sicché, se un nuovo approccio artistico a Moby Dick si rivela originale, esso è in grado di suscitare nuove considerazioni. Perché Moby Dick è un’opera talmente colossale nei suoi riferimenti che non smette mai di suggestionare sul piano illustrativo gli artisti. I quali la recepiscono ciascuno secondo i canoni della propria creatività, del proprio rapporto fantasia/tratto grafico, della propria sensibilità cromatica, insomma di quell’insieme di caratteristiche che per ognuno costituiscono “il proprio stile”. (…)

Gianni Brunoro

Acquerelli e matite colorate di Giovanni Robustelli

Interventi artistici dello scultore Raffaele Pentasuglia e della fotografa Erminia De Luca